Solo nel mese di dicembre 2020, il grande vulcano Etna, ha registrato ben 200 sismi e microsismi. Cosa sta dunque accadendo sul più grande vulcano attivo d’Europa?
Secondo Salvo Caffo, vulcanologo:
“L’intenso sciame sismico avvenuto sull’Etna, con epicentri localizzati in prossimità del territorio abitato di Ragalna il 31 dicembre 2020, con eventi compresi tra magnitudo 2.2 e 3.8 e profondità ipocentrali superiori a 11 km, palesa l’intensa dinamicità di quest’area sia per ragioni tettoniche che per movimenti profondi (maggiore di 10 km) dell’ipo-magma. Questi fenomeni seguono importanti eventi sismici avvenuti nel bacino del Mediterraneo ed hanno portato ad una notevole attività stromboliana al Cratere di Sud-Est e frequenti esplosioni al cratere Voragine e minori alla Bocca Nuova. Questi fenomeni rappresentano l’evoluzione fisiologica di un’area straordinariamente attiva dal punto di vista geologico, ma il fatto che a dicembre vi siano state più di 200 scosse sismiche non è però l’ordinarietà, indica che vi è un momento di maggiore intensità geodinamica che avviene attraverso meccanismi di fratturazione delle rocce crostali”.
L’Etna si prepara a una prossima eruzione
Boris Behncke, ricercatore dell’Osservatorio di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha definito così la situazione dell’Etna al Qds.it:
“Si tratta di un’attività vulcanica di livelli contenuti nelle aree sommitali e che, a parte la cenere, che potrebbe influire sul traffico aereo, non crea alcun problema. L’Etna sta facendo quel che ha sempre fatto, ossia si sta preparando a una prossima eruzione laterale che prima o poi si verificherà. Ma non possiamo prevedere quando”.
Behncke ha anche sottolineato che l’Etna in questo momento non dà segnali precisi e non c’è ancora alcun drammatico aumento dell’attività sismica che segnali l’arrivo di un’eruzione.